Sabato 6 aprile 2024 alle ore 17:00 alle Galleria Paoli di Prato (viale Repubblica 35) l’ACSIT di Firenze e il circolo sardo “Narada” di Prato propongono l’inaugurazione di “Tetragonomia di un viaggio (inclusi neologismi)”, mostra personale di Walter Marchionni.
L’esposizione dall’artista villacidrese, si sviluppa su 22 opere realizzate tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Il corpus prodotto, è il nuovo percorso iniziato durante l’anno della pandemia che ha visto un mutamento ispirativo nell’autore che ha coinciso con l’abbandono del suo nome d’arte iniziale (Giò tanchis). Un espediente per indicare la strada verso la nuova fase artistica di Marchionni che ha visto l’inserimento nelle sue piazze della figura errante. Nell’esposizione di Prato lo spunto della figura che vaga negli spazi metafisici, riporta alle immagini dei viaggiatori e racconta inconsciamente anche il viaggio affrontato dai migranti in cerca di una nuova vita.
Scrive Angelino Mereu, presidente dell’Associazione Culturale Sardin in Toscana, nel testo che accompagna la mostra: «E così, mentre guardo le opere di Walter Marchionni, mi sorprendo, appunto, a immaginare, a rincorrere la fantasia che viaggia speditamente verso mondi pieni di colori e di spazi che, però, nella mia mente, non sono mai vuoti, forse per “colpa” delle suggestioni legate a Sinopico. E così vedo le case, e tra le case, innumerevoli figure vive che si incontrano e animano i luoghi tracciati nel dipinto. Case che si aprono, si illuminano e accolgono le persone, in un turbinio di abbracci e di gioia. Sì! Gioia. Perché è gioia quella che vedo nei dipinti di Walter. Il mio non è un paradosso ma la sensazione che, veramente, mi provocano queste forme pulite, queste ampie campiture di colori caldi e luminosi. Sarà per Il richiamo ai colori della nostra comune terra sarda, visibile e palpabile negli azzurri del cielo, nei gialli “estivi”, tipici delle campagne sarde quando risparmiate dagli incendi. Sarà per quell’uomo solo che corre ed evoca le tante vite solitarie della Sardegna, quelle solitudini pastorali che hanno determinato il modo di dire “solu che fera”, solo come una fiera, come un animale selvatico».
Affronta invece un aspetto neuroscenziale il testo del prof. Giancarlo Demontis, Ordinario della facoltà di Fisiologia dell’Università di Pisa, anche lui sardo: «Nelle opere di Walter Marchionni , in cui una figura umana corre troviamo più contrasti emotivi. Il primo è la staticità del contesto, rotta dal dinamismo del gesto atletico. Un secondo contrasto emotivo nasce dalla incapacità di collocare l’immagine in un contesto plausibile. Si corre per raggiungere un luogo? Oppure perché si fugge da un luogo? Ne’ la figura umana, né gli edifici permettono di risolvere il dubbio tra due situazioni emotivamente molto diverse. (…..) Colpisce come l’artista abbia saputo cogliere ed esplorare in maniera intuitiva come la mente integri stimoli apparentemente simili per dare valenze emotive distinte, e in particolare come il colore del contesto influenzi le emozioni che il soggetto che corre è in grado di evocare».
“Tetragonomia di un viaggio (inclusi neologismi)” ha il supporto e il patrocinio della FASI, dell’ACSIT di Firenze e del circolo Narada di Prato.
La mostra sarà visitabile fino al 27 aprile negli orari 16:30/19:30 mentre la mattina su appuntamento.
L’ARTISTA – Walter Marchionni nasce a Villacidro nel 1963. Figlio di Dino (urbinate, noto incisore ed acquerellista proveniente dall’Istituto d’Arte di Urbino, attivo dal ’54 a Villacidro, dove ha insegnato arte per oltre trent’anni, e deceduto nel 1994) esordisce nel mondo dell’arte, con il nome d’arte di “Giò Tanchis”, con alcune esposizioni nel 2005. Il periodo precedente a questa data è segnato da un forte coinvolgimento nel mondo dell’arte con l’attività di curatore ed organizzatore di mostre in collaborazione con le più importanti istituzioni della Sardegna. Organizzazioni come PERLARTE e ONNIART sono sue creature. Nel 2007 espone nel centro culturale “Montegranatico” di Sanluri in contemporanea all’esposizione di alcune incisioni del maestro Sassu. Nel gennaio del 2008 la sua prima personale nel Centro Culturale d’Arte “Exmà” del Comune di Cagliari. Nel mese di maggio sempre del 2008 “Spagna-Sardegna Viaggio pittorico” con il patrocinio dell’UfficioCulturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia, allestita nella Galleria Lazzaro by Corsi di Milano al Broletto. (testi critico Prof. Montaldo, Prof. Giorgio Pellegrini). In contemporanea viene allestita con il Patrocinio del Comune di Sassari la mostra “Magma, nero … basalto” nella Sala Duce di Palazzo Ducale in Sassari. Nell’aprile del 2010 esposizione nella Sala degli Archi del Centro d’Arte e Cultura “Il Lazzaretto” di Cagliari della mostra “Spirito Indomito”, improntata prevalentemente sulle figure del toro e del cavallo (testi Giorgio Pellegrini). Novembre 2012 allestisce la mostra “Spirito Indommito” nelle Sale del Palazzo del Collegio Rraffaello ad Urbino con il Patrocinio del Comune di Urbino, del Legato Albani. Testi di Alessandra Redaelli) Nel marzo 2014 viene allestita una sua mostra personale al Museo “Ca La Ghironda” di Zola Predosa Bologna, presentata e curata dal Prof. Martani. Nel 2015 la svolta. Nell’approccio alla realizzazione delle opere per la mostra a Carbonia, inizialmente proteso verso una rappresentazione del minatore come eroe ma anche gladiatore, nel suo lavoro quotidiano all’interno delle viscere della terra, si sviluppa una nuova visione della città stessa come luogo magico. In quello stesso anno viene allestita la mostra “Enigma metafisico. Carbonia abbacinante”. Nello stesso anno segue la mostra a Milano all’Archivio Lazzaro con le stesse tematiche e una serie di opere che reinterpretano alcune strutture della città (testi di Alessandra Redaelli). Nel 2021 un nuovo percorso: le piazze assolate vuopte si animano improvvisamente con una figura errante, che corre verso una meta: ed ecco la nuova sfida al Centro Culturale Lazzaretto di Cagliari presentato da Alessandra Redaelli. Nel 2022 da aprile a maggio Antologica al Museo Cà la Ghironda di Zola Predosa città Metropolitana Bologna, testi e presentazione di Alessandra Redaelli.