Domenica 19 gennaio, nella sede dell’Associazione culturale Sardi in Toscana sarà inaugurata una mostra delle fotografie di Antonio Piu.
Antonio Piu (1921-2005) nato e vissuto sempre a Orani, era considerato un personaggio al limite dell’eccentricità, uno di quei “geni” un po’ fuori dalla norma che spesso si ritrovano nei piccoli centri della Sardegna e non solo: accanto alle attività “ufficiali” svolte per oltre quarant’anni come fotografo, orologiaio e calzolaio, Piu coltivava, infatti, molteplici interessi che andavano dalla chimica all’astronomia. Era il classico fotografo di paese “ingaggiato” per matrimoni, battesimi, cresime, ecc., e molta della sua attività era destinata alle foto tessera per documenti vari.
Come fotografo, Antonio Piu era molto “naif”: non usava particolari accorgimenti tecnici o fondali dipinti. Lo sfondo per le foto tessera era quasi sempre la finestra del suo fatiscente laboratorio di ciabattino (con un grande armadio che fungeva da camera oscura) dove le cianfrusaglie accatastate e le ragnatele la facevano da padrona.
Le foto esposte provengono da un archivio di oltre 1300 negativi, fortunosamente recuperati, anche se molti sono irrimediabilmente rovinati, e ritraggono, in massima parte, persone nate nel 1955 e nel 1956: sono databili, quindi, al 1966 quando i bambini fotografati avevano 10 o 11 anni e, probabilmente, vennero scattate per la preparazione dei documenti destinati all’iscrizione alla prima media.
Le foto scelte per la mostra sono in grado di offrire una testimonianza per immagini sull’attività di Piu ma anche la rappresentazione di una generazione di paese. I ventiquattro ritratti esposti rappresentano, infatti, un piccolo e limitato spaccato della comunità di Orani e costituiscono, indubbiamente, un primo nucleo destinato ad allargarsi in una ipotizzabile mostra, ben più ampia e rappresentativa dei lavori di Piu.
Come detto, però, Piu era anche un curioso della natura con una grande passione, la mineralogia. Girava per le campagne in cerca di minerali da analizzare e classificare. Alla fine degli anni ’80, individuò un giacimento di feldspati, minerali di primaria importanza per la produzione della ceramica di qualità. Segnalò la sua scoperta a un’azienda di Sassuolo e, per l’informazione fornita, venne ricompensato con un vitalizio: Antonio Piu smise di fare il fotografo l’orologiaio e il ciabattino e, per il resto dei suoi giorni, visse di rendita. A titolo di cronaca occorre segnalare che, ancora oggi, a Orani, l’estrazione del materiale scoperto da Piu dà lavoro a diverse persone.
La mostra sarà visitabile fino a domenica 2 febbraio mentre la settimana successiva sarà esposta a Siena al circolo dei sardi Peppino Mereu.