Venerdi 21 maggio si è svolto, presso la Citè Libreria Cafè di Borgo San Frediano, l’incontro dibattito sulla sessualità nella Sardegna ottocentesca, di cui “sa canthone de is cossos de suta” racchiude la sintesi.
Un folto e attento pubblico, in prevalenza di giovani, ha assitito con interesse al racconto di Silvio Orrù.
Dopo i ringraziamenti del presidente Acsit ed il caloroso saluto della Presidente dell Commissione Cutura del Q1 ‘Centro storico’ Ornella Grassi, Sivio Orrù ha introdotto la relazione. Alla Dott.ssa Teresa Murgione il merito di iniziare al viaggio antropologico nell’Ottocento in Sardegna attraverso le visioni dei costumi delle donne e degli uomini di allora.
Ha proseguito ed approfondito il racconto di questo viaggio il Dott. Ivan Marongiu che ha illustrato la sua ricerca di recupero del patrimonio orale tradizionale di Arzana e della regione dell’Ogliastra, dove ha vissuto: un repertorio poetico non solo orale ma anche scritto.
Molte poesie venivano anche scritte e non solo tramandate a parole. Proprio i passi della stessa “Canthone de is cossos de suta” evidenziano questo. Attraverso la sua ricerca, Marongiu riesce ad identificare l’autore e l’estensore della versione scritta in Ponziano Marongiu, rampollo di una famiglia benestante di Arzana, che poteva avere accesso alle scuole (che in quel periodo venivano costruite per volontà del Regno di Sardegna nei diversi comuni dell’Isola). Di questa poesia esiste una versione in prosa ed una cantata oltre ad un adattamento per ballo sardo. Il genere è sicuramente quello del canto satirico, quello delle feste, delle “irresponsabilità”, di quei momenti in cui si allentamento le tensioni e l’eccitazione conseguente sfocia in oscenità del linguaggio e gesti, infrange i tabù, offre un momento di libertà di espressione, anche alla donna, ma ugualmente si eleva a poesia.
La serata è continuata con degustazione di prodotti sardi e con la musica mirabilmente gestita dai vari selezionatori.